Promossi gli “antiraztingeriani” e bocciati i curiali: ecco i nuovi cardinali di Francesco

I nuovi cardinali di Papa Francesco indicano la strada di una Chiesa rivolta alle periferie esistenziali. Crescono gli orientali e i sud Americani. Solo un curiale tra i nuovi porporati.

di Matteo Carnieletto

Solo un uomo della Curia è stato scelto da Papa Francesco per diventare cardinale in questo concistoro. Si tratta di Dominique Mamberti, nominato lo scorso 8 novembre a prefetto del Supremo Tribunale della Segnatura apostolica per sostituire il cardinal Burke, parecchio malvisto da Bergoglio. Una scelta per lo meno insolita, che ha tagliato fuori, per esempio, Jean-Louis Bruguès che, in quanto Bibliotecario di Santa Romana Chiesa avrebbe dovuto ottenere la berretta cardinalizia e monsignor Moraglia, patriarca di Venezia.

Pope Francis Appoints New CardinalsSugli altri cardinali, tutti scelti dalle “periferie del mondo”, si sa pochissimo. Il che, nel linguaggio del governo di Papa Francesco, significa una sola cosa: al comando c’è solo il Papa. Gli altri siano esecutori. A Roma comanda Papa Francesco.

Ma se poco o nulla si sa sulla maggior parte dei futuri cardinali, val però la pena di dire qualcosa su uno dei pochi italiani scelti da Francesco: Edoardo Menichelli, arcivescovo di Ancona-Osimo. Per comprendere questa figura bisogna tuffarsi nel passato, più precisamente nel 1999, anno in cui uscì un libro che scosse la Roma cristiana.

Stiamo parlando di Via col vento in Vaticano, un libro che – come scrive il vaticanista Sandro Magister – “racconta una sfilza di aneddoti su monsignori e nunzi, vescovi e cardinali. Carriere, manovre, avventure piccanti. Quasi sempre tacendo i nomi. Tranne di alcuni. Che sono i bersagli veri di questa piccola guerra curiale intrecciata con la grande guerra del conclave che si avvicina”.

Tra questi spunta il nome del cardinale Achille Silvestrini, che nel 2005 si oppose all’elezione di Ratzinger (un cardinale latino americano così parlò al vaticanista Nicolas Diat: “La sera dell’elezione ho incrociato il card. Silvestrini nei pressi di san Pietro. Era un uomo abbattuto. Portava in sé una collera sorda. (…) Pensava che Ratzinger non sarebbe stato che un pontefice di transizione. Io compresi che non avrebbe mai accettato questa elezione. Per lui, e per altri prelati, Benedetto XVI era la negazione della battaglia riformista, l’antitesi delle lotte della loro vita”).

E chi fu il segretario particolare di Silvestrini? Edoardo Menichelli, che conobbe il porporato nel 1992 e cominciò così la propria scalata in Vaticano: nel 1994 viene nominato arcivescovo metropolita di Chieti-Vasto, ricevendo la consacrazione epicopale proprio da Achille Silvestrini. Dopo 10 anni – e siamo nel 2004 – viene nominato arcivescovo metropolita di Ancona Osimo ed è di oggi il suo inserimento nella lista dei cardinali di santa romana Chiesa.

Dalle nomine di oggi si comprende come Francesco voglia essere sempre più un uomo solo al comando della Chiesa. Sarà lui a traghettarla nelle periferie dell’esistenza. Con, al massimo, qualche antiratzingeriano di ferro.

© IL GIORNALE (14/02/2015)

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